martedì 30 novembre 2010

Tagli al futuro

Occorre trovare i fondi per la ricerca, stabilizzare i tanti precari del mondo universitario ed evitare la privatizzazione dei centri del sapere. Occorrerebbe fare questo e molto altro ma il Ministro Gelmini pensa solo a fare cassa, sulla pelle degli studenti e delle nuove generazioni. Non devono sorprendere allora le migliaia di studenti in piazza a manifestare davanti le facoltà, davanti al palazzo di Camera e Senato o sui molti monumenti del nostro paese. Anche manifestare è sinonimo di democrazia. Quando qualcosa non funziona o quando qualcosa viene cambiata arbitrariamente senza il coinvolgimento delle parti interessate, chi non è stato interpellato vuole farsi sentire e per farlo sceglie di scendere in piazza.

Questo governo vorrebbe farci scegliere tra privatizzazione e conservazione, tra la difesa dell'ordine baronale e l'imposizione di un dominio aziendale, considerato che le linee della proposta dalla Gelmini portano ad una deriva aziendalistica dei futuri atenei, ad una definitiva precarizzazione della ricerca universitaria e dei ricercatori e nell'affievolirsi delle attuali misure sul diritto allo studio.  Così se il Ministro Gelmini va avanti, sorda di fronte alle proteste di migliaia di studenti e ricercatori, definendo "epocale" la sua riforma contro il baronato e per il merito, anche i soggetti interessati dai tagli  protestano contro la Riforma che oggi dovrebbe superare lo scoglio della Camera per poi passare  di nuovo in Senato e diventare operativa prima del 14 dicembre, giorno della fiducia. Il mondo accademico italiano si ribella sulle gambe di studenti e professori, con qualche Magnifico pronto a incitare alla lotta. 

Grazie al Ministro Gelmini le tasse degli studenti aumenteranno, anche di molte centinaia di euro. In questo Paese povero, tassare la possibilità di costruirsi qualcosa, è ingiusto. Le Università finiranno in mano agli imprenditori, che ragioneranno sulla convenienza loro. Il precariato viene incentivato, istituzionalizzato. Il 40% dei corsi è tenuto dai ricercatori e per loro sono pronti contratti a termine, rinnovabili solo se alla scadenza l’Ateneo avrà i soldi. 

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