venerdì 5 novembre 2010

La potatura

Una delle operazione culturali più complicate e di difficile interpretazione in ambito agrario è sicuramente la potatura, argomento su cui è facile  avere opinioni contrastanti considerato che esistono diverse scuole di pensiero. Tralasciando le diverse vedute che riprenderò in seguito, analizziamo i due tipi di potatura che attualmente vanno per la maggiore: la potatura di formazione e la potatura di mantenimento.  

La potatura di formazione viene eseguita su giovani soggetti, con lo scopo di conferire alla pianta la forma voluta, regolando lo sviluppo e l'equilibrio della chioma ed eliminando i difetti strutturali che potranno diventare, a maturità, punti di debolezza strutturale. Se nella fase di allevamento si è intervenuti con minimi interventi cesori, la potatura di formazione servirà a correggere solamente evidenti difetti strutturali o a rimuovere branche mal inserite. Spesso però, è necessario intervenire per rimediare ad errate tecniche di allevamento in vivaio, per mezzo di interventi più sostanziali, che mirano a ricostruire la chioma della giovane pianta secondo il modello di crescita proprio della specie. Con gli interventi di potatura di mantenimento invece si mira a mantenere, consolidare e conservare nel tempo il risultato raggiunto con i più significativi interventi di formazione.

Per farla breve questo è lo stato dell’arte su cui tutti concordano, anche se affrontato in modo molto sintetico. Purtroppo, come accade per tutte le cose tra il dire il fare cambia quasi tutto. Molti infatti, presi dalla passione e dalla foga vorrebbero togliere di mezzo anche i rami buoni, quelli che possono ancora per molto tempo giovare e sostenere la pianta. Ecco allora che in questi casi, prima di commettere errori e compromettere la pianta, occorre farsi consigliare da chi ha una certa esperienza.

Tutto questo per cosa? Per riallacciarmi alla disputa che sta avvenendo nel PD tra Renzi e Bersani sull’impostazione da dare al nostro partito. Se da una parte Renzi vuol far avanzare i giovani mettendo da parte chi ha dato molto al partito, dall’altra Bersani esige più rispetto e considerazione verso quella componente che tanto ha dato e tanto sta dando al PD. In questo scontro, tra le due anime del PD, rivedo le eterne discussioni fatte ai piedi degli ulivi quando arriva il momento di potare le fronde: da un lato c’è chi vorrebbe tagliare i grossi rami per dare nuova spinta a quelli nuovi e dall’altra c’è chi invece non se la sente di asportare dall’olivo un ramo importante. Qual è la soluzione? Semplice: asportare i rami che non danno frutti, vecchi o giovani che siano.

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