martedì 14 dicembre 2010

Il giorno più lungo

Diventa difficile, molto difficile trovare la quadratura dell'ennesimo governo Berlusconi. Oggi, nel giorno della conta, le sorti di questo sciagurato governo saranno decise da una manciata di deputati continuamente corteggiati, pressati, lusingati e forse addirittura comprati dai vertici del PDL. Il premier le ha provate tutte: ha sospeso l'attività parlamentare per 15 giorni, si è mosso con largo anticipo pur di tenere unite le file del suo partito e alla fine ha mosso l'assalto contro alcuni deputati (IDV in particolare) dell'opposizione.

Consapevole del pericolo, ieri Berlusconi ha provato a ricucire presentandosi in Senato con un discorso calibrato al millesimo di grammo. Un testo stranamente ricco di buon senso, stranamente equilibrato e  letto con voce saudente (con tanto di carezza per Bossi).  Conoscendo il personaggio sono sicuro che, Berlsucsoni, al posto del bisturi avrebbe decisamente preferito la mannaia, da scagliare contro chi ha tradito il progetto del partito dell'amore. Un Silvio inedito quindi. Ma si sa, la paura di cadere fa brutti scherzi. Sforzi inutili però,visto che il gruppo di FlI dopo una leggera sbandata si è di nuovo ricomposto sul voto di sfiducia. Povero Silvio, tanta fatica per niente...

Questa mattina, mentre nei palazzi della politica si andrà alla conta, fuori per le strade di Roma si torna in piazza. Tornano in piazza gli studenti contro la riforma Gelmini. Insieme alle migliaia di ragazzi in arrivo con 80 pullman nella Capitale, sfileranno in altri cortei anche i metalmeccanici Fiom che protestano per i casi Melfi e Pomigliano, i cittadini di Terzigno contro le discariche, le associazioni antirazziste degli immigrati, i comitati dei terremotati dell'Aquila. Insomma anche nel giorno della conta la protesta non si ferma.

Tutto si deciderà dalla 10.30 in poi e comunque vada, anche in caso di fiducia, ne uscirebbe un governo a pezzi e costantemente sull'orlo del baratro. Un governo che, partito con una delle più ampie maggioranze degli ultimi 20 anni, si ritrova ad elemosinare voti per non cadere. Oggi si presenta una grande opportunità: quella di cambiare definitivamente pagina. Mandiamo a casa il partito dei quattro ladroni, cambiamo la legge elettorale e facciamo ripartire l'Italia.

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